Famille Dietrich Vigneron
Zona:
Dambach-la-Ville, Alsazia
Descrizione terroir
L'Alsazia gode della protezione della catena montuosa del Vosgi da ovest: il clima è mite, soleggiato e secco. L'Alsazia viene anche definita un "mosaico di terroirs", in quanto le numerose vallette, le altezze variabili lungo i crinali (dalle piane fino a oltre i 450m), le diverse esposizioni e gradienti/inclinazioni, le composizioni di suoli e sottosuoli rendono quest'area estremamente variegata e perciò interessante a livello vitivinicolo e di espressività del terroir. La stessa catena del Vosgi, con la sua erosione e le diverse fasce minerali, ora ghiaiose, ora sabbiose, ora granitiche, e i depositi alluvionali, danno l'idea di tale complessità.
La zona di Dambach-la-Ville è anche famosa per ospitare il Grand Cru Frankstein ("Rocca dei Franchi"), caratterizzato da un suolo molto povero e una roccia granitica estremamente dura per le radici da penetrare.
Anno di fondazione:
1620
Nome proprietario:
Alexis Dietrich
Filosofia produttiva:
Organic, biologico, biodinamica non certificata
Produzione annua:
90.000
Denominazione in etichetta:
- Alsace AOC
- Alsace Grand Cru AOC
- Cremant d'Alsace AOC
Vitigni principali:
Riesling, Muscat, Pinot Blac, Pinot Gris, Sylvaner, Gewurztraminer, Auxerrois
Alexis Dietrich
Descrizione
Entrando nella cantina della famiglia si capisce perché l'accento sia posto sulla storicità. La data di costruzione risale infatti al 1620, e una pietra ivi scolpita lo ricorda in quella che ancora oggi è il luogo dove Alexis si occupa delle vinificazioni. Aiutato dal padre, e seguendo i solchi della tradizione del nonno, il giovane Alexis dopo la scuola enologica in Borgogna entra in cantina nel 2013 con l'idea precisa di portare una ventata d'aria fresca nella sua Alsazia, partendo dalla conversione bio nel 2018. Oggi le vigne si estendono tra Dambach-la- Ville, Dieffenthal, Itterswiller, Reichsfeld e Albé, tra cui spicca anche un appezzamento sul Grand Cru di Frankstein. In cantina si respira la storicità dei lieviti e dei secoli di vinificazioni, tradizione che Alexis onora lasciando al cemento e alle enormi botti di legno vecchio l'onere di trasformare l'uva in vino senza pratiche invasive di sorta.
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